giovedì 29 maggio 2008

Observation vs Theory

What is more important between observation and theory? This simple question is not very simple, because of everyone can think in its own way. I think that theory is more important than observation. Why? It is simple: theory can says to observation what it can be observe, but observation cannot says to theory what it can study. When I observe something in the sky, I see the result of a lot of physical processes, hence I cannot distinguish all individual processes, and then, the real nature of what I'm observing. E.g. , on galactic dynamics, fundamental plane is linked to cosmology. If I observe fundamental plane as a whole thing, there's not any link with cosmology, but if I observe fundamental plane in some different positions, theoretical positions, I find the links with cosmology. On these aspects, theory is better then observation, but, don't worry, this is only my idea. What do you think about this? Theory or observation? I'm sure that someone is in agreement with me, however someone will laugh reading this post, reading my words. I remember you that Einstein said: whether you can observe a thing or not depends on the theory which you use. It is the theory which decides what can be observed. How did he does? Simple: he understood the nature of science.

martedì 20 maggio 2008

A cavallo di un fotone

Immaginate di poter viaggiare a cavallo di un fotone, e di poter per giunta stare comodi. Supponete peraltro, di poter portare con voi uno specchio. Qualora mettiate lo specchio davanti a voi, diciamo ad una distanza di circa un metro, è possibile che possiate vedere la vostra immagine riflessa nello specchio? Si accettano risposte solo se suffragate da una convincente motivazione.

venerdì 16 maggio 2008

Premio dieci e lode

Che cos'è?
"D eci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.
Come si assegna?
Chi ne ha ricevuto uno può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che vuole, come simbolo di stima a chiunque apprezzi in maniera particolare, con qualsiasi motivazione sempre che il destinatario, colui o colei che assegna il premio o la motivazione non denotino valori negativi come l'istigazione al razzismo, alla violenza, alla pedofilia e cosacce del genere dalle quali il "Premio D eci e lode" si dissocia e con le quali non ha e non vuole mai avere niente a che fare.
Le regole:
1. Esporre il logo del "Premio D eci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;
3. Se non si lascia il collegamento al post originario già inserito nel codice html del premio provvedere a linkarlo (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
4. Inserire il regolamento (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.
Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione, ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che si desideri farlo. Ci si può limitare ad accantonare i propri premi in bacheca per mostrarli e potersi vantare di quanti se ne siano conquistati.
Si ricorda che chi è stato già premiato una volta può assegnare tutti i "Premio D eci e lode" che vuole e quando vuole ( a parte il primo), anche a distanza di tempo, per sempre. Basterà dichiarare il blog a cui lo si vuole assegnare e la motivazione. Oltre che, naturalmente, mettere a disposizione il necessario link in caso che il destinatario non sia ancora stato premiato prima.

Premio le seguenti persone:
Dee, perchè certi suoi post sono veramente illuminanti;
Uzzio, perchè non ha peli sulla lingua nel dire ciò che pensa;
Tom, perchè di tanto in tanto tira fuori cose a dir poco geniali;
Fili, perchè il suo blog è sempre ricco ed in più spazia negli argomenti.

martedì 13 maggio 2008

Return to the fundamental plane II

Continuiamo il discorso fatto qualche giorno fa. Tralasciando ogni sorta di problema inerente alla definizione o concetto di correlazione, vedo se riesco ad entrar nel merito della famosa costante, che meglio definirei parametro. Sostanzialmente, ora come ora, riusciamo a trovare una relazione per il piano fondamentale dove però compare un \propto e non un uguale. Codesta cosa è chiarificatrice abbastanza, in quanto fintantochè resta un \propto, quelle costanti sono quasi intrattabili. Se avessimo un ''uguale'' al posto di un \propto (al riguardo work in progress) le cose sarebbero nettamente più semplici, in quanto si potrebbero non separare i vari contributi (a breve spiego) separando solo tra rapporto di masse (m) e tutto il resto. Questo lo dico perchè a me personalmente interessa capire se dark e bright stanno in rapporto costante in tutti i range o se la natura decise diversamente. Sono molto convinto, come voi saprete bene, che il piano indichi necessariamente un disegno quasi perfetto. Il quasi lo lascio per il vecchio Sushi, così mi critica un pò meno. Il disegno credo sia stato deciso dalla passata storia cosmologica di ogni singola struttura, e quindi necessariamente da particolari condizioni in remoti tempi subito dopo il grande scoppio. Sapere se il famoso ''m'' è un numero sempre uguale per ogni galassia o se come credo, sia diverso, è enormemente importante. Per questo che reputo di primaria importanza sondare il territorio dettato da quel parametro. Ma questo, come ho anticipato, è veramente difficile. Quando si costruisce la relazione che lega il raggio efficace alla dispersione e alla brillanza superficiale, cioè il FP, occorre procedere per gradini, impostando da prima un profilo quantomeno possibile per dark e bright. Nella costruzione dei vari contributi potenziali al fine di poter scrivere il viriale, emergono tutta una serie di costanti, o presunte tali, che alterano inevitabilmente l'eleganza della trattazione per almeno un punto di vista, cioè quello della semplicità. Intervengono poi fattori di forma, (farei personalmente comparire un qualcosa che tenesse conto del grado di anisotropia, ma questo sarebbe di difficile trattazione) che insieme a tutto il resto, danno vita ad una costante complessiva di tutto. Separare i contributi significherebbe conoscere tutte ste robe una ad una. Ahimè quando si usa il modello sondando i vari range, entra anche il rapporto ''m'' perchè si passa da dark a bright, trovando quindi relazioni del tipo di quella discussa nel precedente post. Qui sta la difficoltà. Se non avessimo avuto alcuna costante, beh allora tutto sarebbe stato nettamente più semplice. Sarebbe rimasto solo ''m'', per cui il coefficiente di ogni relazione lo avrebbe nascosto dentro, ma lo si sarebbe estrapolato facilmente. Sarebbe stato bello così, perchè avremmo conosciuto per ogni range il rapporto di masse e operando quindi una opportuna statistica globale, anche il rapporto tra \Omega_dark e \Omega_bright dell'Universo. Ma così non è. E' vero però che qualora il famoso ''d'', cioè la slope della dark, fosse fisso per ogni galassia, allora le cose si farebbero parecchio interessanti. Infatti, le costanti descritte in precedenza dovrebbero accordarsi in modo tale da permettere ad ''m'' di assumere valori ragionevoli e non spropositati. Questo farebbe vedere ancora di più come gli incastri siano in pratica perfetti. Ma finchè non si va ancora più a fondo sulla questione, cercando di comprendere meglio come funzioni tutto il discorso, queste restano solo ipotesi.

venerdì 9 maggio 2008

Return to the fundamental plane

Carissimi, è ormai tanto tempo che non scrivo un post abbastanza serio. Per vari motivi, ma più che altro per la poca disponibilità di internet che ho oramai da mesi. Ad ogni modo, visti i risultati di questi ultimi giorni su una mia ricerca, mi sono proposto di scrivere un post per spiegarvi un pò quel che ho fatto. In parole povere, in questi giorni cercavo di capire una relazione che venne trovata circa 15 anni fa da Carollo et al, la quale mostra la correlazione tra il raggio efficace r_e e la massa di galassie early type con massa intorno alle dieci alla dodici masse solari. Come voi ben saprete, una cosa del genere è di fondamentale importanza per chi si occupa del FP. Infatti, per ben tre giorni ho investigato su questa relazione (però ci pensavo da ben più tempo) e nè ho dedotto che la sua sempicità era solo apparante. La relazione correla il raggio alla massa barionica, il che è anche comprensibile e apprezzabile, ma io mettendo lo zoom, ho capito che vi è l'enorme contributo della dark. Riprendendo il modello di FP su cui da tempo lavoro, ho notato che esso spiega con una precisione incredibile questa relazione, ma non si limita solo a questo. Infatti, descrive ogni possibile relazione esistente tra questi due parametri per ogni range di massa (chiaramente occorrono dati per poter verificare). Ma non è tutto. Fa anche vedere come sia la dark a decidere le succitate relazioni, ''prestando la sua dipendenza'' da un fattore che vien dalla cosmologia (\gamma') alla materia barionica. Quando ho scoperto questa cosa qui, e altri dettagli su cui però non mi soffermo, ero abbastanza contento, ma allo stesso tempo preoccupato. Vi spiego perchè. Fino a non molto tempo fa ero convinto che il rapporto tra le masse (dark/bright) di galassie di diverso range di massa potesse variare, cioè tra cluster e galassie potesse esserci un diverso rapporto. Questo lavoro però mi portava dritto ad affermare l'esatto contrario, e non solo, ma mi portava a trovare l'esatto (entro limiti ragionevoli) rapporto previsto dalla cosmologia. Del risultato ne fui contento subito, però si introduceva un fine-tuning fastidioso. Fortunatamente poi, discutendo del lavoro col mio prof, lui mi ha fatto notare che non stavo prendendo in considerazione una cosa, che posso sintetizzare dicendo che sostanzialmente non stavo separando vari contributi (tutte costanti), i quali mi portavano ad affermazioni non rigorosamente giuste. Di questo errore ne sono felice perchè altrimenti spiegare quel fine-tuning sarebbe stato difficile, in più ora posso restare ancora con la mia vecchia idea che il rapporto di masse possa essere diverso da range a range. Ho capito ancora di più che le nane sono davvero difficili da trattare, e a mio parere vengono descritte a pelo dal modello. Ora però so che qualora venisse trovata un'altra relazione del genere in un altro range, il modello la descriverà in modo esatto. L'esponente della relazione è preciso e su di esso non vi sono dubbi, ma resta il coefficiente che ingloba varie costanti più il rapporto tra le masse. Questo coefficiente è diverso da range a range. Sondare questo territorio è molto difficile in quanto non conosciamo per bene tutte le varie costanti e quindi a separare tutti i contributi.