Cara e vecchia scienza....nobilissima. Ora chi ha a che fare con la scienza, non può che porre la cosmologia al rango più alto. Ma una volta non era così. Questa affascinante quanto nobile disciplina non è poi così anziana come si crede, infatti si può, senza rischio di errore, affermare che essa non ha più di un secolo. Fin dai tempi più remoti l'uomo alzava lo sguardo al cielo e comtemplava le immensità e le naturali bellezze del cosmo. Si poneva delle domande che irrimediabilmente restavano senza risposte. Ora noi alziamo lo sguardo, ne ammiriamo le bellezze, ma abbiamo un'occhio più clinico (qualche telescopio più potente), ma soprattutto abbiamo dei mezzi teorici, un formalismo analitico di alto livello. Ancor prima della scoperta della relatività generale da parte del genio Einstein, la cosmologia non poteva essere reputata una scienza di alto livello, perchè le mancava parecchia matematica, le mancava il linguaggio. Il resto dell'astronomia godeva invece di tutto questo. Gli astronomi pre-relativistici sapevano fare tante cose, registravano magnitudini, calcolavano luminosità, moti di stelle, di pianeti e tanto altro. Ma all'epoca per la cosmologia neonata, c'era un problema di fondo. Come si può studiare l'origine e l'evoluzione del nostro Universo se non si sa nemmeno se la Via Lattea è l'unica galassia o se c'è ne sono altre? Come si può investigare l'Universo se non abbiamo una metrica buona che ne descriva lo spazio e il tempo? A quel tempo la cosmologia soffriva di questi problemi, vedeva l'originarsi di grandi dibattiti tra i cosmologici. Chi sosteneva che la nostra galassia fosse l'unica, chi sosteneva che vi erano altri universi isole, le altre galassie. Ancor prima di questi dibattiti, Einstein ideò la più grande teoria che sia mai stata concepita dallo sforzo di un solo uomo, la relatività generale, e diede in questo modo ai cosmologi, la base per produrre dei lavori, la base per lo studio del nostro sconfinato Universo. Fu allora che la cosmologia fece un balzo in avanti e iniziò il suo inarrestabile cammino, producendo una gran messe di dati scientifici, scoperte e quant'altro. Fu da allora che iniziò ad accapparrare a se l'attenzione di parecchi scienziati, astronomi, fisici e anche matematici. L'input più forte venne quando, non ancora concluso il grande dibattito sugli Universi isole degli anni venti del secolo scorso, un astronomo e cosmologo osservativo. Edwin Hubble, scopri la recessione delle galassie. All'epoca ancora non si capiva bene se quei sbuffi di gas che si osservavano, fossero galassie o fosse semplicemente gas vagante per la Via Lattea. Ma Hubble, che era un grande astronomo, indubbiamente uno dei migliori di tutta la storia dell'astronomia, adoperò il metodo della Leavitt (cefeidi) per capire la distanza di questi Universi isole. Non solo riuscì a scoprire che erano fuori dalla nostra galassia, ma avendo calcolato la loro velocità radiale, capì, interpolando i dati, che più lontano erano, più veloce si allontanavano da noi, come se noi fossimo il centro (infatti non lo siamo). In sostanza, egli scoprì quella legge che oggi porta a pieno titolo il suo nome, ovvero la legge di Hubble della recessione delle galassie. Essendo un cosmologo osservativo, e immaginando cosa poteva significare una cosa del genere, una legge che implica un'espansione (allora si pensava che l'Universo fosse statico, eterno ed immutabile), non fece alcuna considerazione in merito, limitandosi esclusivamente a pubblicare i suoi dati.
Dopo questa orgogliosa scoperta si aprirono sconfinate strade. Einstein tolse dalle sue equazioni la costante cosmologica che aveva precedentemente introdotto ad hoc per ottenere un Universo statico. Si aprirono gli scenari del big bang, della formazione delle strutture cosmiche, dapprima solo con materia barionica e dopo con l'inclusione della dark matter. Sostanzialmente si modellò il modello standard. Ora, dopo quasi ottanta anni dalla scoperta di Hubble, c'è chi osserva il cosmo, chi simula (chi fa ambo le cose) e chi lavora con la teoria. Ora si, la cosmologia è una scienza a tutti gli effetti, una scienza che non ha nulla da invidiare alle altre, la scienza del tutto. Stima dunque verso questa disciplina e onore a lei, orgogliosa conquista moderna, che, come scienza dell'Universo, cerca di spiegare l'origine e l'evoluzione dell'Universo.
martedì 12 giugno 2007
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3 commenti:
Ema, sei tu? Finalmente hai deciso di trasferirti!
Si tesoro sono io. Devo ancora sistemarlo un pochino però. L'altro lo tengo o scrivo che mi sono trasferito qui? Voi che dite?
Scrivi che ti sei trasferito qui. E' piu' semplice e si perde meno tempo.
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